17 Settembre 2025

Marketing del Desiderio: Dalle Strategie dell’Assenza agli Eventi Esclusivi

Nel mercato contemporaneo, il successo di un prodotto non dipende più solo dalla sua qualità intrinseca, ma dalla capacità di un brand di trasformarlo in un oggetto del desiderio. Per raggiungere questo obiettivo, le aziende adottano strategie sempre più sofisticate, che puntano a creare un’aura di esclusività e un forte legame con il consumatore. Due approcci apparentemente distanti, quello del “marketing dell’assenza” e quello del “marketing esperienziale”, dimostrano come sia possibile trasformare beni di largo consumo, come acqua e sottaceti, in veri e propri fenomeni culturali.

Il Marketing dell’Assenza: Creare Valore con la Scarsità

Un caso emblematico che ha riacceso il dibattito su queste strategie è stata la collaborazione tra Chiara Ferragni ed Evian. L’operazione, che prevedeva la creazione di una linea di bottiglie d’acqua in edizione limitata firmata dall’influencer e venduta a 8 euro al pezzo, è tornata virale sui social media, scatenando polemiche e curiosità. Nonostante il prodotto sia andato rapidamente sold out, il vero successo risiede nell’applicazione di una precisa strategia: il marketing dell’assenza.

Come spiega Mauro Ferraresi, docente di Sociologia dei consumi presso l’Università IULM di Milano, questa tattica rientra in una categoria più ampia che include le edizioni limitate, le personalizzazioni e le lunghe attese. “È una via molto originale per stuzzicare il desiderio del consumatore”, afferma Ferraresi. L’idea non è nuova – le sue radici teoriche risalgono a Philip Kotler, il padre del marketing moderno – ma si fonda su un principio chiaro: distinguere tra bisogni, che sono limitati, e desideri, che sono infiniti. Il marketing mira a questi ultimi, trasformando un semplice prodotto in un oggetto aspirazionale. L’obiettivo non è vendere il prodotto, ma il brand che ne rappresenta l’identità.

I settori del lusso sono maestri in questo campo. Per acquistare borse iconiche come la Kelly o la Birkin di Hermès, i cui prezzi partono da 8.000 euro, è necessario iscriversi a lunghe liste d’attesa. Lo stesso vale per automobili come Ferrari o Lamborghini, con tempi di consegna che superano gli otto mesi. Molte griffe arrivano a distruggere le eccedenze di produzione per non “inflazionare” il valore del marchio. Questo approccio, che trasforma l’attesa in un “teaser” capace di accrescere la reputazione del brand, si sta ora diffondendo anche nel largo consumo, come dimostra il caso Evian, e nell’elettronica hi-tech. Basti pensare ai lanci dei prodotti Apple orchestrati da Steve Jobs: l’iPhone, presentato al mondo nel gennaio 2007, arrivò in Italia solo nel luglio 2008, alimentando un’attesa spasmodica.

Il Marketing Esperienziale: L’Autenticità come Leva

Se la scarsità è una leva potente, un’altra strategia, sempre più diffusa, si basa sulla costruzione di una comunità autentica attraverso esperienze dirette e memorabili. Un esempio di successo è quello di Grillo’s Pickles, un marchio di sottaceti nato da un carretto ambulante a Boston e diventato un brand di culto. La sua arma principale è un pop-up store annuale nel Lower East Side di New York.

Mark Luker, Chief Marketing Officer di Grillo’s, spiega che l’evento è un ritorno alle origini. “Il brand ha le sue radici nella strada, nell’autenticità e nel contatto con le persone”, afferma. Il co-fondatore, Eddie Andre, è ancora l’anima del marchio e si è ispirato alla cultura skate, punk e artistica del Lower East Side, citando artisti come Basquiat e i Beastie Boys. Il pop-up non è solo un negozio temporaneo, ma un vero e proprio hub culturale. Per circa tre settimane, lo spazio ospita merchandising esclusivo, collaborazioni con artisti locali, prodotti speciali (come le ormai virali uva sott’aceto) e partnership con bar, ristoranti e brand della zona, come Shut Skateboards.

L’obiettivo, sottolinea Luker, è evitare di perdere l’autenticità man mano che il brand cresce. “La mia paura è perdere il contatto con chi siamo e da dove veniamo. Il pop-up ci mantiene fedeli alle nostre radici e ai fan che ci hanno permesso di arrivare fin qui”. I risultati sono impressionanti: l’ultima edizione ha generato quasi 30 milioni di impressioni sui social media e ha attirato oltre 6.000 visitatori.

L’Importanza dell’Istinto e della Comunità

Ciò che rende unica l’iniziativa di Grillo’s non sono solo i numeri, ma l’energia che si respira. “Ci sono le metriche che contano, ma c’è anche la sensazione istintiva che provi quando entri”, spiega Luker, riportando le parole del fondatore. “Eddie mi disse: ‘Quando vai lì, senti qualcosa di diverso’. E non mentiva”. L’esperienza è così fondamentale che ogni nuovo dipendente viene inviato a visitare il pop-up per “sentire” veramente il brand prima di poter parlare a suo nome.

Il consiglio di Luker per altri brand che vogliano intraprendere la strada del marketing esperienziale è chiaro: “La cosa più importante è sapere chi sei come brand e rimanere fedele a te stesso. Grillo’s è radicato nella cultura skate e punk rock, e tutto ciò che facciamo riflette questa identità. Se conosci la tua stella polare, seguila e connettiti con la comunità giusta per te”.

In conclusione, che si tratti di rendere un prodotto irraggiungibile o di creare un’esperienza immersiva e autentica, l’obiettivo finale non cambia: elevare un bene comune allo status di icona, dimostrando che oggi il vero valore non risiede nell’oggetto stesso, ma nella storia e nell’emozione che il brand è in grado di costruire attorno ad esso.